Partito il 23 novembre 2004 in Africa non fece più ritorno, a causa di in un incidente aereo al termine di un viaggio nella zona dell’Eneuedi in Sahara
Ora, in un volume a lui dedicato, le foto di Armando Mandelli, viaggiatore per vocazione e per curiosità intellettuale, che preparava con cura i suoi viaggi, che hanno rappresentato momenti di evasione ma anche di studio.
La sezione più ampia dell’opera è dedicata all’Africa, luogo di suggestione. spiritualità, musica, cultura, silenzi ed orizzonti infiniti.
Un mondo che è stato per lui la rivelazione del meraviglioso, una fascinazione purtroppo fatale.
Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito alla cura dell’opera che raccoglie la documentazione fotografica di Armando Mandelli, il Comitato di Collaborazione Medica ONLUS (www.ccm-italia.org) e i volontari della Cappella dei Mercanti di Torino (www.cappelladeimercanti.it) presso la quale è stato condotto il Concerto dell’orchestra Suzuki di Torino diretta da Lee e Antonio Mosca (30 violinisti e violoncellisti tra 7 e 14 anni) e la messa in commemorazione di Armando Mandelli anni 67, Amministratore delegato della Casa Editrice BOLLATI BORINGHIERI, Dada Rosso anni 55, Giornalista della STAMPA, Raffaella Seymandi anni 24, Laureanda in medicina. Tutti compagni in quell’ultimo, triste incidente.
ARMANDO MANDELLI
Diario di un viaggiatore
A cura di: Marina Mandelli Messore, Brunella Catino, Cristiana Catino, Dino Catino, Ferdi Fagnola, Anna Gilardi, Claudio Saracco
Progetto grafico: Leio Vigna
Cura Editoriale: Marco Viotti
Torino 2005
Riportiamo di seguito la notizia della scomparsa, così come venne diramata dalla Adnkronos
Era il 23 novembre, quando, alle 19.30, a soli 8 chilometri dall’aeroporto della capitale, un piccolissimo Cessna, con a bordo quattro persone, scompare dal tracciato radar.
All’aeroporto di N’Djamen, dove il resto del gruppo di turisti era già atterrato, è il panico. Già al momento del decollo l’aereo aveva registrato qualche difficoltà ad un motore. Si pensa subito ad un guasto tecnico.
Si teme il peggio. E infatti, a qualche ora di distanza, arriva la notizia. I passeggeri a bordo dell’aereo sono tutti morti. La giornalista Dada Rosso, l’amministratore delegato della casa editrice Bollati Boringhieri, Armando Mandelli, e una studentessa di 24 anni, Raffaella Seymandi, non faranno più ritorno a casa.
Sono momenti di disperazione, nella sala d’attesa dell’aeroporto, dove, tra gli altri nove turisti del gruppo, ci sono i genitori di Raffaella, Silvia e Roberto Seymandi, decollati, per un un tragico disegno del destino, con l’altro volo, e Cristiana Catini, figliastra di Armando Mandelli.
Tra gli altri sopravvissuti anche Giorgetto Giugiaro, uno dei più importanti designer automobilistici mondiali e presidente della Italdesign di Moncalieri, di Torino. Il gruppo era partito dall’Italia con un viaggio organizzato dall’agenzia milanese ”Spazi d’avventura”. Per una tragica coincidenza, Dada Rosso e Raffaella Seymandi avevano preso il posto all’ultimo momento dell’assessore comunale alla cultura Fiorenzo Alfieri e del padre di Cristiana Catino, Dino.
Il giorno dell’incidente tutti e 12 erano partiti da Biltine, una località nel Nord Est del Ciad, dopo una tempesta di sabbia che li aveva costretti a rinviare il rientro alla capitale, previsto per le 14. Il primo Cessna era decollato da Biltine alle 17 per atterrare nella capitale poco più di due ore dopo. Il secondo non è mai arrivato.
Secondo la ricostruzione della polizia locale, si è trattato di un guasto tecnico, confermato anche da numerose testimonianze degli abitanti della zona, chew hanno assistito impotenti all’incidente: ”L’impatto – ha spiegato il console onorario italiano Ermanna Favaretto Delacroix – è stato visto e sentito da numerose persone dei villaggi locali, secondo quanto è riuscita a ricostruire l’aviazione civile. Il velivolo ha deviato all’improvviso verso destra, poi è precipitato di punta al suolo”A trascinare tutti nell’avventura nel Ciad era stata la passione di Mandelli per l’Africa.
Ma Mandelli non era l’unico ad essere travolto dall’amore per il ”Continente Nero” e per i viaggi avventurosi. Anche Dada Rosso, nata a Torino il 19 aprile 1946, giornalista e scrittrice, sposata e madre di due figli, svolgeva da quasi trent’anni la professione come free lance in tutto il mondo.
Dopo gli esordi nella sede torinese de ”l’Unità”, ha collaborato con ”La Stampa” (dove attualmente curava la rubrica ”Vicini e lontani” sul settimanale Torinosette) e con il ”Corriere della sera”. Autrice di libri, Dada Rosso aveva aperto da poco più di un anno la casa editrice Epochè, che stava lanciando in Italia autori africani.
Stava invece per laurearsi in medicina Raffaella Seymandi, e aveva in progetto di diventare neuropsichiatra infantile.
Appassionata di viaggi, faceva parte di un’organizzazione, il Sism (segretariato italiano studenti di medicina), che si occupa di scambi internazionali tra aspiranti medici. Raffaella, infatti, si sarebbe dovuta laureare nella prossima primavera. Il viaggio in Africa era una sorta di premio per aver ultimato brillantemente tutti gli esami. Tre vite spezzate, dunque, da una passione comune. Quella per i viaggi, per l’Africa dei percorsi più insoliti, per la scoperta di una cultura diversa, della natura incontaminata.