Ogni giorno arrivano decine di email in redazione con richieste di informazioni sul pericolo terremoto e tsunami sul paradiso preferito da noi italiani: le isole Maldive.
Pubblicheremo in un prossimo articolo un documento riassuntivo di quanto affermato dai massimi esperti mondiali sul fenomeno.
Per diversi di loro è tornata la paura. Molti dei circa 2.000 che si trovano nelle Maldive e dei meno di 1.000 a Phuket sarebbero già tornati in Italia o sono in viaggio per fare rientro in patria.
Per ora riproponiamo un documento testimonianza di una famiglia scampata al maremoto proprio alle Maldive, il dicembre scorso, il che la dice lunga su quanto affermato da chi creda che alle Isole Maldive (così lontane dall’epicentro) siano al sicuro dall’onda dello Tsunami !
Arrivata in Redazione il Lunedì 10 gennaio 2005, alle ore 13:58
Gentile redazione,
buongiorno e buon anno.
Purtroppo con la mia famiglia (composta oltre che da me, da mia moglie disabile e da tre figli di 11, 9 e 7 anni) sono stato testimone di quanto avvenuto il 26 dicembre alle Maldive.
La nostra isola (Athuruga, arcipelago di Ari) è stata infatti colpita in maniera abbastanza violenta dallo tsunami: l’onda anomala ha sommerso completamente l’isola per due volte, l’acqua ha raggiunto l’altezza di circa un metro ed ha provocato rilevantissimi danni alle strutture ed ai servizi dell’isola (siamo rimasti senza corrente, senza acqua calda, isolati telefonicamente, i mobili ed i letti sono stati trascinati fuori dai bungalows, i vetri delle porte finestra dei bungalow stessi distrutti, in alcuni punti la spiaggia è stata letteralmente portata via): per due giorni, prima della partenza, siamo stati accampati tutti e 5 in un bungalow dormendo su materassi fradici, alla luce delle candele, senza possibilità di ricambio dell’abbigliamento (che era stato in parte portato via dall’ondata e per la restante parte era stato reso inutilizzabile).
C’è da dire che, in una situazione così anomala, da parte del personale del Tour Operator (Turisanda Hotelplan) operante sull’isola c’è stata una assoluta carenza di informazione (solo dall’Italia siamo riusciti a capire cosa fosse successo): anzi, ci veniva continuamente ripetuto che nulla di grave era successo, che tutto era sotto controllo, che l’isola in pochissime ore sarebbe tornata alla normalità.
Tant’è: a seguito di nostre espresse sollecitazioni, dopo due giorni (vissuti nella situazione che più sopra ho cercato brevemente di illustrare), ci è stato comunque proposto un rientro anticipato o un cambio d’isola (su un’altra isola che, a loro dire, non aveva subito alcun danno).
Stante la situazione, con mia moglie abbiamo deciso di rientrare immediatamente in Italia, sia per la situazione psicologica che stavamo attraversando (tutti, ma soprattutto i bambini), sia perché l’onda tra gli altri oggetti aveva portato via i medicinali antidolorifici (Contramal) utilizzati da mia moglie e reso inutilizzabile il telecomando del pace-maker (neurostimolatore) midollare che mia moglie stessa ha sotto cute (che le tiene sotto controllo il dolore conseguente alla menomazione neurologica patita a seguito di incidente automobilistico).
Quindi, il 28 pomeriggio siamo stati portati insieme ad altre famiglie italiane all’aeroporto di Male, da dove un volo dell’Aeronautica Militare ci ha riportato in Italia (piccola nota: un plauso agli addetti della Protezione Civile presenti a Male per l’organizzazione dei rientri).
In conclusione, questa avventura ci ha sicuramente segnato nello spirito ma ci ha inoltre causato un notevole danno economico (perdita di apparecchiature fotografiche di grosso valore, telefonini, abbigliamento, preziosi), senza considerare che abbiamo alla fine usufruito di poco più di un giorno di vacanza sui 15 che avevamo preventivato (partenza il 23/12/04, rientro originariamente previsto perl’8/1/05) e per i quali ho a suo tempo pagato un importo assai rilevante (avrebbe dovuto essere la vacanza della nostra vita…).
Vi scrivo quindi la presente (ferma restando la assoluta priorità che assegniamo comunque al fatto di non aver, in siffatto dramma generale, subito alcun danno fisico) per avere un vostro parere circa la possibilità di avere dei rimborsi, sia per quanto concerne il costo della vacanza non goduta sia per quanto concerne il materiale andato distrutto.
E quindi, nel caso, avere un suggerimento su come comportarmi, sulle procedure da implementare ed eventualmente in che tempi (da solo, o se possibile con il patrocinio vostro o di che mi potrete suggerire).
Per informazione, tenete inoltre presente che ho riportato con me in Italia la maggior parte del materiale di valore andato distrutto (che sono riuscito a ritrovare sparso sull’isola) e che sono in possesso di un filmato e di alcune foto comprovanti i danni causati dall’onda sull’isola.
Resto a disposizione per ogni eventuale ulteriore informazione:
vi ringrazio in anticipo dell’attenzione e del cortese riscontro.
C. B. – Milano
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La risposta dell’Avvocato dell’ufficio legale del Club Internazionale dei Diritti del Turista
e altra documentazione utiile per ottenere i rimborsi da danni da vacanza rovinata sono disponibili nell’AREA SOCI
Lo Staff legale
Avv. Eleonora Andronico
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