alimentazione e salute

Nutrizione e salute: intervista a Pietro Migliaccio

Ci fa piacere ripubblicare a distanza di qualche anno questa interessante intervista che abbiamo recuperato dall’archivio di TourisTime.

Il Prof. Pietro A. Migliaccio, si è laureato in medicina e chirurgia il 26/11/1959. E’ Libero Docente in Scienza dell’Alimentazione e specialista in Gastroenterologia; è anche esperto in Auxologia.
Per oltre 25 anni è stato ricercatore dell’Istituto Nazionale della Nutrizione, con il quale continua a collaborare per le attività di Educazione Alimentare e di ricerca.
Ha svolto, e tuttora svolge, sia pur saltuariamente, attività didattica presso l’Università La Sapienza di Roma.
E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche in ambito biochimico e nutrizionale e collabora attivamente con la stampa e con numerose testate radiotelevisive per la divulgazione di temi riguardanti gli alimenti, la nutrizione e la salute.
E’ spesso relatore in congressi e convegni scientifici e continua a pubblicare su prestigiose riviste italiane e straniere.

Quando arriva la primavera oltre ai fiori spuntano su ogni rivista e in TV varie diete per smaltire i grassi in eccesso. Professor Migliaccio può spiegare ai nostri lettori che una dieta non può andar bene per tutti ma che deve essere personalizzata e soprattutto prescritta dal proprio medico curante e quali rischi si corrono con una dieta “fai da te”?

La prescrizione di una dieta deve essere fatta da persone competenti, preferibilmente specializzati nelle discipline dietologiche,   dopo visita medica e dopo la richiesta e la presa visione delle analisi del sangue. Le diete “fai da te” prese dai giornali o da qualsiasi altra fonte sono sempre a rischio e talvolta troppo restrittive. In quest’ultimo caso si ha un dimagrimento rapido  ma,  subito dopo,  una ripresa del peso ed anche con gli interessi. Ci sono tuttavia diete corrette ed equilibrate pubblicate su giornali e riviste serie che però devono essere sempre sottoposte al giudizio del medico curante che si presume conosca le problematiche di ogni suo paziente. Esistono poi le diete “strampalate”, tipo quelle con farmaci, le iperproteiche, la monocibo, quella del fantino, la Beverly Hills, etc.  che possono creare insufficienza renale, epatopatie ed alterazioni di vari organi ed apparati e pertanto sono da scartare nel modo più completo. Certo il problema dell’obesità esiste ed è grave in Italia ed  in tutto il mondo Occidentale.

– L’ estate si avvicina a grandi passi  e molte persone si troveranno a dover affrontare la famigerata “prova costume”  Quali consigli può darci per eliminare in fretta quei chili in eccesso senza danni per la salute?  

Per affrontare l’arrivo dell’estate in piena forma non c’è niente di meglio che adottare una alimentazione e degli stili di vita corretti…ma cominciando dall’autunno dell’anno precedente. Al momento tuttavia si può seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata con una distribuzione dei pasti nella giornata che preveda una prima colazione, un pranzo ed una cena e due eventuali spuntini. Stiamo attenti al pranzo veloce in quanto un toast al bar apporta circa 350 calorie, che arrivano 500 calorie se aggiungiamo una lattina  di bevanda zuccherata. A cena è preferibile consumare un secondo piatto a base di carne o di pesce o di  formaggio light o di uova controllando i condimenti: per quanto possibile utilizzare solo olio extravergine di oliva, limitare la quantità delle portate, privilegiare alimenti che apportano prevalentemente carboidrati complessi (pasta, riso, patate ecc.) ma controllandone la dose. Per esempio una piatto di pasta o riso da 80 g circa può rappresentare una porzione ottimale. Una regola per evitare di arrivare affamati ai pasti principali è quella di fare uno spuntino sia a metà mattina che a metà pomeriggio (frutta o yogurt o un cappuccino o un pacchetto di crackers ecc.).  Inoltre, è buona abitudine pesarsi una volta alla settimana e diminuire le quantità degli alimenti che si consumano quando l’ago della bilancia tende a salire. Inoltre, almeno il sabato e la domenica, è bene fare delle belle passeggiate al mare, in montagna o nel parco vicino casa.

– In questi ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti  sul modo di nutrirsi degli italiani con  la  conseguenza che il numero dei soggetti in sovrappeso in Italia è fortemente aumentato. Questo è dovuto solo ad eccessi di cibo o è dovuto anche al fatto che  si fa poca attività fisica?

E’ un dato assolutamente vero. Nei paesi industrializzati negli ultimi decenni si è verificato un notevole aumento dei soggetti in sovrappeso ed obesi come conseguenza della notevole riduzione del dispendio energetico e della maggiore disponibilità e consumo degli alimenti, tra l’altro di facile assimilazione per i processi tecnologici di raffinazione a cui sono sottoposti. Ovviamente si è constatato anche un incremento di tutte quelle patologie collegate all’obesità, in particolare l’ipertensione arteriosa, le malattie metaboliche (il diabete, le dislipidemie, la gotta) e cardiovascolari con le complicanze ad esse collegate. Pertanto appare evidente come la grande obesità rappresenti oggi un problema sempre più rilevante sia sul piano medico che sociale ed economico; malgrado in questi ultimi anni siano aumentate le ricerche cliniche nel tentativo di chiarire le cause e le caratteristiche di una patologia così complessa e multifattoriale, i risultati sono complessivamente scarsi e le soluzioni appaiono lontane e mai definitive.

La prevenzione attraverso l’educazione alimentare, la formulazione di linee guida e di razioni raccomandate specifiche per gruppi di popolazione e per nazioni si sono fino ad oggi dimostrate insufficienti; l’istituzione di centri per la terapia dell’obesità e per la cura dei disturbi alimentari fanno quello che possono essendo scarsi in relazione alla diffusione del fenomeno. E’ ovviamente necessario insistere e studiare anche nuove strategie, ma intanto chi lavora sul campo si trova ad affrontare i drammatici problemi individuali, le sofferenze del grande obeso cioè di un malato veramente grave. E’ pertanto necessario intervenire a livello individuale con una adeguata terapia che può essere applicata con diverse modalità in relazione alle problematiche individuali del paziente stabilendo quali siano i criteri informativi che possano indirizzare verso l’utilizzazione della migliore e più adatta metodologia per ottenere una riduzione del peso indispensabile per un miglioramento della qualità della vita e per il suo prolungamento. La dietoterapia della grande obesità è basata sulla prescrizione di una dieta ipocalorica  dopo una attenta anamnesi clinica ed alimentare. Deve essere formulata in relazione all’età, al sesso, al peso da perdere e alle patologie eventualmente concomitanti. I cardini di una dietoterapia possono riassumersi in pochi punti: riduzione dell’introito calorico, aumento del dispendio energetico, corretta distribuzione dei pasti nella giornata (colazione, pranzo, cena e due spuntini), varietà degli alimenti da consumare, giusto rapporto tra i nutrienti energetici (carboidrati, proteine e grassi), corretto apporto di vitamine, sali minerali, acqua e fibra alimentare.  Inoltre è importante che la dieta sia personalizzata in relazione ai gusti e alle preferenze del paziente e sia adatta al suo stile di vita.

Tenendo presente i ritmi della vita lavorativa attuale, come ci si deve comportare per alimentarci in maniera adeguata senza eccessive privazioni?

Cercherò di essere sintetico dando alcuni consigli pratici:

  • Frazionare gli alimenti in 3 pasti principali e due spuntini;
  • Consumare quotidianamente 5 porzioni tra ortaggi e frutta fresca;
  • Aumentare il consumo di legumi sia freschi che secchi;
  • Consumare regolarmente pane, pasta, riso ed altri cereali (meglio se integrali), evitare di aggiungere troppi grassi per condire;
  • Usare condimenti preferibilmente a crudo moderandone la quantità ed evitando   di riutilizzare i grassi e gli oli già cotti. Preferire  l’olio extravergine d’oliva e gli oli di semi ai grassi di origine animale (burro, lardo, strutto, panna, ecc.) che vanno comunque  limatati.   Per preparare pietanze poco condite occorre utilizzare tegami anti aderenti, cotture al cartoccio, forno a microonde, cottura la vapore, ecc. ed evitare o quanto meno ridurre  invece le fritture.
  • Quando si può, scegliere  prodotti ottenuti a partire da farine integrali e non con la semplice aggiunta di crusca o altre fibre (leggi le etichette);
  • Mangiare più spesso il pesce, sia fresco che surgelato (2-3 volte a settimana);
  • Tra le carni, preferire quelle magre e bianche ed eliminare in parte il grasso visibile;
  • Se non si hanno  problemi di ipercolesterolemia si  può mangiare fino a 4  uova alla settimana; altrimenti bisogna  limitarsi  a mangiarne 2.
  • Scegliere preferibilmente il latte scremato o parzialmente scremato, che comunque mantiene il suo contenuto in calcio;
  • Tutti i formaggi contengono quantità elevate di grassi: scegliere quindi quelli più magri, oppure consumarne porzioni più piccole;
  • Moderare il consumo di alimenti dolci e bevande zuccherine nella giornata, per non superare la quantità di zuccheri semplici consentita;
  • Tra i dolci preferire i prodotti da forno della tradizione italiana, che contengono meno grasso e zucchero e più amido, come ad esempio biscotti, torte non farcite, ecc;
  • Utilizzare in quantità controllata i prodotti dolci da spalmare sul pane o sulle fette biscottate (quali marmellate, confetture di frutta, miele e creme);
  • Limitare il consumo di prodotti che contengono molto saccarosio, e specialmente di quelli che si attaccano ai denti, come caramelle morbide, torroni, ecc. Lavarsi comunque i denti dopo il loro consumo;
  • Limitare il consumo di sale e scegliere quello iodato;
  • Bere almeno 1 litro -1 litro e ½ di acqua al giorno;
  • Imparare a leggere le etichette nutrizionali.

 

Abitudini e stili di vita sbagliati sono responsabili dell’obesità infantile in continua crescita. Mentre nei Paesi del Terzo Mondo i bambini muoiono di fame, nei Paesi industrializzati i bambini mangiano troppo. E l’Italia detiene un triste primato: quello di avere i bambini più grassi d’Europa nonostante la dieta mediterranea. Di chi è la colpa?. Secondo i pediatri italiani, la responsabilità va equamente distribuita tra i genitori che sovralimentato il bambino fin dalla più tenera età e l’eccesso  di televisione e pubblicità che sponsorizzano alimenti poco sani e altamente calorici. Lei è d’accordo?

Si, sono d’accordo con questo esame delle cause ma ci sono altre cose che noi dovremmo e potremmo fare come l’educazione alimentare nelle scuole, costruire maggiori strutture sportive per permettere che i bambini si dedichino ad attività sportive (piscine, campi da calcio, palestre pubbliche etc.), specialmente nell’Italia centro meridionale ed insulare. Io ritengo che non bisogna mai dimenticare che un bambino obeso  sarà un adulto obeso.

– Si parla molto di OGM. Lei è pro o contro?

Gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) possiedono un patrimonio genetico modificato (definito DNA ricombinate) tramite tecniche di ingegneria genetica che consentono l’aggiunta, l’eliminazione o la modifica di elementi genetici. Queste tecniche d’inserire frammenti di DNA provenienti anche da altri organismi oppure di eliminare o di modificare il genoma di un organismo. Il DNA che si ottiene è definito DNA RICOMBINANTE e darà vita alla formazione di un organismo (piante, animali, batteri, etc.) con caratteristiche particolari che non esistono in natura. I punti maggiormente controversi in relazione all’uso degli OGM in ambito agroalimentare riguardano i potenziali rischi per:

  • l’ambiente;
  • la salute umana e animale (effetti tossicologici, cambiamenti nel valore nutritivo etc);
  • la possibilità di coesistenza tra colture OGM e NON-OGM;
  • l’impatto economico-sociale della loro introduzione in aree rurali soprattutto in paesi in via di sviluppo.

Il dibattito è ancora aperto a livello nazionale e internazionale, creando forti polarizzazione all’interno dell’opinione pubblica e della comunità scientifica. Il mio pensiero è tuttavia che gli OGM possono essere utilizzati con intelligenza e sotto stretto controllo scientifico; inoltre la ricerca scientifica  deve continuare ed affrontare le varie problematiche e via via cercare di dare delle risposte e delle indicazioni sempre più precise ed esaustive.

Il biologico fa davvero bene o è tutto un bluff?L’agricoltura biologica persegue una produzione agro-alimentare “pulita”, in perfetta armonia con la natura; esclude l’uso, nei campi e nelle stalle, di prodotti chimici di sintesi (pesticidi, erbicidi, fertilizzanti, antibiotici ecc.) per:

  • produrre cibi che conservano tutte le loro proprietà naturali;
  • allevare animali sani, rispettando il loro benessere;
  • recuperare la biodiversità preservando l’integrità del territorio.

Ma i prodotti biologici, in modo particolare la verdura e la frutta, richiedono maggiori attenzioni ed impegno nella produzione e per questo motivo difficilmente possono soddisfare la richiesta di tutta la popolazione ed hanno ovviamente che possono arrivare anche al 30% in più rispetto a quelli degli alimenti non biologici. Pertanto, nonostante siano alimenti sicuramente più salubri, contribuiscono solo in piccola parte a migliorare l’alimentazione di tutta la popolazione. L’optimum in questo campo è rappresentato dalle strutture e dalle aziende a “ciclo chiuso” cioè  quelle che utilizzano solo prodotti (mangimi, fertilizzanti, etc.)  ottenuti nell’azienda stessa e che immettono poi nella distribuzione le merci   in eccesso.

Come spiega questo paradosso:oggi nonostante l’inquinamento atmosferico e le cattive abitudini alimentari si vive più a lungo di cinquant’anni fà quando l’ambiente era molto meno inquinato  e si mangiava in modo più sano (meno grassi e meno zuccheri)

Sicuramente contribuiscono a questa longevità le migliori condizioni igieniche, l’alimentazione, lo sviluppo della farmacologia e pertanto la creazione di infinite nuove molecole per la cura di moltissime malattie. Per esempio l’uso di antibiotici ha sconfitto tante malattie, così come i vaccini hanno fatto scomparire molte delle malattie  infettive; si pensi che in pediatria la percentuale di guariti o con lunghe sopravvivenze per i pazienti affetti da neoplasie è in progressivo aumento negli ultimi anni e giunge fino all’80% per i bambini con diagnosi effettuata più recentemente nel periodo 1997-2001.

Per quel che riguarda la cattiva alimentazione per difetto o per eccesso così diffusa in questo periodo sarà necessario aspettare e vedere nel futuro quanto queste “malattie dello sviluppo” influenzeranno la possibilità dell’uomo moderno di allungare la vita anche oltre i 100 anni.

Lei ha detto molto spesso che camminare fa molto bene all’organismo, ma qual è il modo migliore per camminare?

Bisognerebbe fare delle  passeggiate di almeno 30/40  minuti al giorno, possibilmente a passo sostenuto e per dare una indicazione assai generica fino a provocare una buona sudorazione.

– Che tipo di alimentazione consiglia per arrivare fino a 100 anni in buona salute?

Consiglio una alimentazione che segua i principi del modello della dieta Mediterranea; ma questo non è sufficiente, è necessario avere anche un certo stile di vita: non fumare, assumere bevande alcoliche in maniera moderata, praticare attività fisica, etc.

Intervista a cura di Antonella Fiorito